Il primo viaggio non si scorda mai... jjjjjjjjjjjjjjjjj. e nemmeno gli altri.
Viaggiare è qualcosa di diverso da tutto il resto e gode di una parte privilegiata nei pensieri di chiunque. Il ricordo di un posto unisce chi ci è passato fosse solo per quel giorno vissuto anche in periodi differenti. La distanza e il tempo sono variabili poco importanti, anche la gita fuori porta di un giorno trova comunione di idee. Io ho iniziato a viaggiare da solo quando sono stato costretto a soggiornare a Cuba una settimana oltre il previsto. Quando con i miei due amici siamo andati a restituire l'auto noleggiata, al saldo l'addetto disse senza mezzi termini "la targeta no tienes dinero". Avevamo finito i contanti e esaurito quelli della mia carta di credito, l'unica a disposizione. Tentammo di ritornare ma all'aeroporto il suono dei nostri cognomi echeggiò ripetutamente scandito dagli altoparlanti. All'imbarco fummo accompagnati all'ufficio immigration e io bloccato. Prima dei saluti aprimmo nella hall le valigie cercando in ogni pantalone lo spicciolo necessario affinchè proseguissi il mio soggiorno. Raccolsi i pochi dollari e chiusi l'indispensabile nello zaino, quindi uscì per la prima avventura da solo. Rimasi una settimana ritornando nella stanza di cui ricordo il letto a banana e il rischio scossa a ogni doccia calda. Per telefonare dovevo aspettare ci fosse l'anziana vicina che con 1$ mi permetteva di chiamare a carico del destinatario. Quando mi ripresentai in aeroporto avevo perso il biglietto aereo, ai tempi indispensabile. Ero sulla lista e sarei stato imbarcato solo se ci fosse stato un posto disponibile, scongiurai l'addetta dell'Air Lauda affinchè lo trovasse e così è stato. Ero partito come turista e tornavo da viaggiatore del futuro, pochi soldi uno zaino e niente biglietto. Il destino aveva scelto per me nuovi abiti senza me ne accorgessi. Adoperai anche nei successivi viaggi le valigie e i trolley, arrivò più tardi lo zaino grande con cui vidi gran parte di quel che ho visto.

Rivolevo il passo nel vuoto. Avevo un solo timbro sul passaporto ma per me era già pieno. L'idea di viaggiare era fissa e labile, mi andava bene qualsiasi destinazione. Nel 97 partì con un gruppo di sconosciuti per una vacanza di 10 giorni con visita a New York e una settimana nella Repubblica Dominicana. Giunti a Punta Cana avevo una camera privata in un bel villaggio. Restai giusto il tempo di una notte quindi dopo aver salutato mi congedai. Salì su un minibus diretto alla capitale. Ricordo quel tragitto, il primo con mezzi pubblici. Guardavo dal finestrino l'incontaminata natura passare ricercando quel fiore di colore rosso scarlatto ovunque si presentasse. C'era anche una ragazza seduta alcune file avanti. Era una locale di carnagione chiara. Mi incuriosiva e la osservavo nei bei lineamenti. Mi spiacque quando la vidi scendere alcune fermate prima della mia, prese sicura per una strada che forse conduceva verso casa. Io invece fui lasciato a caso, l'autista si era dimenticato di avvisarmi quando scendere. Camminai per un pezzo ma non ricordo come arrivai a Boca Chica, so che trovai facilmente una camera economica. Di giorno mi piaceva scendere nelle strade e vedere cosa ci fosse tra le vie della città. L'arte mi ha sempre attratto e quando vidi in una via dei quadri interessanti mi feci accompagnare allo studio del pittore, un locale a fianco della sua abitazione. Quando gli dissi che mi piaceva dipingere mi fece sedere accanto lui con una tela davanti e i suoi colori a disposizione. Io sono dotato di grande fantasia ma ho scarsa tecnica e non credo ci sia a oggi un Colnaghi Massimiliano originale a Santo Domingo. In cambio del mio orologio mi fece un piccolo quadro con rappresentato il mare. Arrivai puntuale all'appuntamento con il gruppo.
